Il Protocollo per la raccolta straordinaria di PFU nella Terra dei fuochi al centro di un approfondimento del quotidiano Il Mattino

Pubblicato il 02 Febbraio 2016 alle ore 17:44:34

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L’articolo completo è consultabile sul sito de Il Mattino.

L’intervista al Direttore Generale Ecopneus, Giovanni Corbetta.

Dalle ceneri della Terra dei fuochi rinasce l'araba fenice del riscatto sociale. Le montagne di pneumatici abbandonati a ogni angolo dell'area a cavallo tra le province di Napoli e Caserta tornano a nuova vita, fino ad essere riutilizzati per creare un campo di calcetto sintetico, come quello inaugurato a dicembre a Gragnano, o a trasformare l'orrore della terra violata in speranza attraverso un concorso fotografico.Il volto buono della Terra dei fuochi lavora ogni giorno in silenzio, come tanti che si impegnano a fermare i veleni. Loro sono quelli di Ecopneus, la società senza scopo di lucro creata dai principali produttori di pneumatici in Italia per assolvere ai loro obblighi di legge rispetto alla gestione degli pneumatici fuori uso e che oggi conta ben 63 soci. Nel 2013 hanno firmato un protocollo per la raccolta straordinaria proprio di pneumatici fuori uso nella terra dei fuochi, quelli che le aziende in nero scaricano senza scrupoli, quelli che alzano colonne di fumo nero, denso e molto nocivo quando vanno in fiamme. L'accordo (siglato con il ministero dell'Ambiente, l'incaricato del ministro dell'Interno per la Terra dei Fuochi, Prefetture e Comuni di Napoli e Caserta) prevede interventi straordinari di raccolta, grazie alle risorse messe a disposizione da Ecopneus.

I risultati? Ad oggi, sono circa 820 le tonnellate di pneumatici tolti dalle strade della Terra dei Fuochi e avviati a un corretto recupero da Ecopneus grazie a 201 prelievi in 19 comuni. In testa c'è Napoli, dove sono state effettuate 46 operazioni per un totale di 267,8 tonnellate raccolte, seguono Giugliano e Villa Literno (20 interventi) e Caivano con 19 azioni di recupero pari a 78,7 tonnellate di materiale. A tutto ciò si aggiungono le 8.483 tonnellate dello stock storico di Scisciano, dove giacevano da oltre 20 anni. Un'operazione realizzata con risorse aggiuntive di Ecopneus, che è intervenuta anche in contesti di importanza archeologica, come il sito dell'antica città di Cales (oggi Calvi Risorta nel casertano) dove ha prelevato oltre 11 tonnellate, pari in peso a oltre 1.300 pneumatici da autovettura.

Perno di tutte le attività è il contrasto alle vendite in nero, la principale causa dell'abbandono di pneumatici sul territorio. Dal 2011 è attivo in Italia un sistema di gestione su base nazionale che garantisce il corretto recupero del 100 per cento degli pneumatici immessi regolarmente nel mercato. Si basa sul versamento al momento dell'acquisto di ogni pneumatico nuovo di un contributo ambientale, un importo che serve esclusivamente a finanziare il complesso di operazioni necessarie al trattamento degli pneumatici fuori uso, dalla raccolta presso i gommisti allo stoccaggio fino al trasporto negli impianti di trattamento.Acquistando irregolarmente gli pneumatici questo meccanismo viene a mancare: gli pneumatici sostituiti non possono essere consegnati ai soggetti autorizzati come Ecopneus e sono a rischio di abbandono e inoltre vengono a mancare le risorse economiche necessarie alla loro gestione.«Io scelgo la strada giusta» è il titolo della campagna lanciata contro l'acquisto in nero di pneumatici, fenomeno che diventa anche innesco per i roghi. «Se li acquisti in nero uccidi la tua terra»: con questo messaggio e l'immagine di uno pneumatico che si trasforma nel tamburo di un revolver, la campagna punta ad evidenziare la possibilità per ogni cittadino di dare un contributo concreto alla legalità e per far sì che gli effetti dell'intervento di raccolta straordinaria siano duraturi. Così l'impegno di Ecopneus va oltre quanto previsto dalla normativa. La mission, in base alla legge, è quella di effettuare la raccolta esclusivamente presso i «Punti di generazione» degli pneumatici fuori uso (gommisti, stazioni di servizio, autofficine) e assicurare un corretto recupero. Gli interventi attuati dunque sono in deroga all'attuale normativa e il protocollo è finanziato con risorse economiche extra, messe a disposizione da alcuni soci Ecopneus. «Una scelta coerente con il mandato affidato al consorzio dai soci fondatori, basato sui principi di etica e responsabilità», sottolineano dal consorzio.Le attività nella Terra dei Fuochi non sono l'unico aspetto del lavoro di Ecopneus. La società infatti organizza workshop formativi in tutta Italia per forze dell'ordine e pubblica amministrazione sugli aspetti normativi nella gestione degli pneumatici fuori uso (l'ultimo il 4 dicembre proprio a Napoli); workshop tecnici sulle varie applicazioni della gomma da riciclo, ma soprattutto è visibile negli interventi da «stock storico», grandi accumuli di pneumatici formatisi prima del 2011, spesso a seguito di vicende al limite della legalità. Ecopneus in quattro anni è riuscita ad intervenire in 12 di questi siti rimuovendo complessivamente oltre 60mila tonnellate di materiale, pari a circa 7 milioni di pneumatici da auto. Dei dodic siti, quattro si trovavano proprio in Campania.Oltre Scisciano, erano localizzati a Buccino (rimosse 3.400 tonnellate), a Battipaglia (3.300 tonnellate) e a Eboli (3.100 tonnellate), tutti in provincia di Salerno. Ben oltre il perimetro della Terra dei fuochi, a conferma che l'allarme ambientale ha confini molto più vasti.